17 settembre 2023

PENSIERI STUPENDI: Chiamata a richiesta di Giorgio Giannoni

 



Un'articolo sul Secolo XIX di questa umida domenica si presta a qualche considerazione di carattere politico, se la politica esistesse ancora a Sarzana. Lo scritto, firmato da Alessandro Grasso Peroni, si riallaccia alla polemica di questi giorni sull'intitolazione del Mercato Vecchio (nelle figure di Paolino Ranieri o Giuliano Tori), luogo magico per il sottoscritto (magari un'altra volta vi racconterò perchè) diventato a tutti gli effetti Palahockey, un edificio per un gioco di squadra (l'hockey a rotelle, appunto) che a Sarzana, da tempo immemore, è alla ribalta della cronaca sportiva.


Io stesso, negli anni settanta, ero nel giro della società (non certo per giocare) ma per dare una mano magari come accompagnatore come mi capitò in una trasferta a Genova. Ho seguito l'hockey e i nostri campioni locali nelle grandi partite contro il Viareggio,  il Forte dei Marmi o la Pro Vercelli. Poi, come accade, le cose cambiano, le generazioni si succedono e si perdono di vista interessi e giochi. Tuttavia, sono ben contento, oggi, di vedere i fasti di questi ragazzi che hanno continuato la tradizione dei pionieri come Giuliano Tori o Giorgio Bassano (quest'ultimo anche mio professore di applicazioni tecniche alle medie Carducci). 

Sono allora rimasto perplesso ( e anche un poco infastidito) dalla polemica sul voler intitolare il Vecchio Mercato alla figura di Paolino Ranieri (con il quale tante volte mi è capitato di fermarmi a parlare), simbolo per eccellenza della Resistenza nostrana e sindaco comunista di Sarzana per venticinque (25!) anni fino al 1971.  Ci sono regole nel voler glorificare un personaggio importante della comunità che sono molto chiare. Innanzi tutto occorre aspettare 10 anni dalla morte della persona. Paolino Ranieri è morto nel 2010 a 98 anni e dunque solo dal 2020 sarebbe stato possibile intitolare una qualsiasi cosa a suo nome (la deroga sotto riportata mi pare non adattabile a quanto di positivo Ranieri abbia fatto durante la Resistenza, per la quale è stato insignito dell'onorificienza di Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana o da amministratore:

Il Prefetto autorizza l’attribuzione della denominazione di nuove strade e la variazione di quelle esistenti, l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi. Le istanze di nuova intitolazione o variazione devono essere inviate alla Prefettura, corredate dalla deliberazione di Giunta Comunale, con allegata documentazione e cartografica (planimetria) della zona interessata e del curriculum vitae del personaggio di cui si chiede l’intitolazione che deve essere deceduto da almeno 10 anni. 

Il Prefetto, tuttavia, su delega del Ministero dell’Interno, può derogare a tale divieto qualora pervengano istanze in favore di soggetti che si siano distinti per particolari benemerenze e cioè di coloro che, con opere concrete, nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport o con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico, ovvero collaborando alle attività della pubblica amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica, abbiano in qualsiasi modo giovato al comune rendendone più alto il prestigio.

L'opposizione che risiede in Consiglio comunale sembra non voler tenere conto, nel chiedere considerazione per la figura di Ranieri, di come sono andate le elezioni, dal 2018 ad oggi. Operare una richiesta di questo tipo in un contesto politico, mutato già da cinque anni a favore della destra, espone inevitabilmente (per ciò che rimane dell'opposizione di centro sinistra) ad uno svilimento e ad una svalutazione personale che patetici personaggi come Stefano Cecati, capogruppo FdI si permettono di mettere in atto (vedi l'articolo in basso). L'accettazione, da parte dell'opposizione, di votare la figura di Giuliano Tori per intitolare il Vecchio Mercato, nell'aspettativa che la maggioranza accetti di votare il nome di Ranieri per altri modalità e luoghi, assume allora il sapore dell'incongruità nel porre a confronto un benemerito dello sport con una figura che, per la sua storia, la sua abnegazione e le sue scelte politiche rappresenta tuttoggi un riferimento per una parte della nostra comunità. Siamo veramente all'inadeguato, al contradditorio, nella consapevolezza o meglio nella certezza che mai questa destra leghista e neofascista possa permettere la celebrazione della libertà e della democrazia che sono insite nella figura di Ranieri, al di là della sua visione ideologica. 

Poi c'è comunque il risvolto sportivo e la congruità di una scelta di fondo. Mi viene in mente, sebbene con i distinguo del caso, l'insana scelta di intitolare la centrale elettrica della Spezia ad Eugenio Montale, come se il grande poeta avesse bisogno di essere ricordato per il campanilismo del luogo o potesse essere usato come parafulmine per tutto l'inquinamento che la centrale ha provocato. Rimane indubbio che il nome di Giuliano Tori sia il più adatto per essere scelto nell'intitolare il Vecchio Mercato, visto il fatto inoppugnabile e meritorio che fu Tori nel lontano dopoguerra, ha inventarsi la Pro Sarzana e l'hockey locale, edificando addirittura la pista di Via del Carmine. Vedere, dunque, la miopia di alcuni rappresentanti a sinistra, nel voler, ad ogni costo, fare pessime figure, lascia interdetti su quel poco di buon senso che aleggia in questa parte.

Paolino Ranieri ha rappresentato una figura che non può essere dimenticata dalla nostra comunità, tuttavia occorre anche separare il combattente dalla figura dell'amministratore. La sua lunga carica di sindaco ha coinciso con gli anni della ricostruzione, del boom economico e dunque Ranieri ha governato in momenti dove l'esagerazione urbanistica e la distruzione ambientale muovevano i primi, pessimi passi, portando ad errori ed errate valutazioni che negli anni successivi si sarebbero dimostrati "propedeutici" per la visione esagerata che oggi permea la nostra società. Non sono in grado di dire come Ranieri abbia governato Sarzana (aldilà di evidenti errori urbanistici ben noti), tuttavia non possiamo non tenere conto di quanto Ranieri, governando per venticinque anni, abbia compiuto per il bene della città ma soprattutto per il bene della libertà, della democrazia e della solidarietà nel lottare contro la sopraffazione fascista e nazista durante la Resistenza. Io credo, allora, che dovremmo aspettare momenti migliori per tessere, ancora una volta e di più, queste lodi, quando e se, saremo capaci di scrollarci di dosso la limitatezza e il rancore ideologico dei nuovi governanti.

Giorgio Giannoni


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