Pochi, probabilmente, hanno visto la Terza Legione a spasso per Sarzana. Dopo domenica non ho trovato resoconti sui giornali on line ma solo un video su facebook.
Debbo dire, allora, che sono stato fortunato, perchè domenica mattina sono passato davanti al Teatro degli Impavidi in bicicletta proprio nel momento nel quale un manipolo di antichi romani attraversava, anacronisticamente, Piazza Garibaldi. Da buon appassionato di fantascienza, per un istante, ho pensato che si fosse aperto un varco spazio-temporale e un gruppo di legionari fosse stato sbalzato dal passato imperiale. Ho velocemente scansato una specie di centurione che urlava in latino qualcosa di poco comprensibile (scusate, ho fatto lo scientifico) mentre il gruppo si disponeva per entrare in Via Mazzini e mi sono eclissato nel castrum. Solo più tardi, guardando qualche foto e leggendo la cronaca, ho capito che mi ero trovato in una rievocazione storica interpretata da gruppi di figuranti provenienti da Genova e Castelletto d'Orba (AL) e, dunque, mi sono chiesto, ma perchè proprio a Sarzana viene presentato il IL GIURAMENTO SOLENNE DELLA LEGIO III CONSOLARE ROMANA? Ovviamente su faccia di libro (come direbbe Merluzzi) si è, immatinentemente, scatenato il solito dualismo pro e contro ed è emerso il sacro sostantivo: CULTURA. Come dire, tentiamo di volare alti ( il latino o, a scelta, il francese fanno sempre figo) nella difesa estrema di una giusta e solenne rappresentazione dei valori portanti della comunità italiana. Evidentemente il solito, ecumenico rimando alla discendenza romana che, per molti compatrioti, rappresenta il vero unico dna della Patria. Siamo tutti discendenti dai romani, ergo, ben vengano rappresentazioni, finte battaglie, loquaci tribuni recitanti ( e magari, aggiungo io, si potesse costruire, finalmente qualche vespasiano pubblico per il popolo sarzanese e il turista incontinente). Già da tempo ci siamo dimenticati le nostre origini apuo-liguri che per parecchi anni hanno dato filo da torcere ai vari consoli che si sono succeduti nel tentativo di civilizzare l'eterogea massa di villani che siamo. Altri leoni da tastiera sono stati più categorici: i romani hanno fondato Luni, i cui abitanti, dopo l'abbandono si sono rifugiati sulle colline intorno e come sancisce Wikipedia: " Sarzana è considerata l'erede storica dell'antica città romana di Luni", per cui è giustificato che la storia romana venga rappresentata per le vie del castrum. Argomentazione abbastanza risibile, evidentemente. Quello, però, che mi colpisce, in questa sarabanda storica (e in tutte le altre, vedasi Guerra di Serazzana, Napoleon day, Mille miglia, ecc. ) sono alcune contraddizioni che, se osservate nella giusta prospettiva, concorrono a segnalare la caducità, la fragilità di queste idee "fuori tempo". Se volessimo veramente rappresentare la nostra storia, intesa come matrice ideale della comunità sarzanese dovremmo avere fior di figuranti e di appassionati locali che, abbagliati dalle nostre origini e dai nostri trascorsi storici, potrebbero, oggi, essere in grado di mantenere viva la tradizione di quel retaggio. L'assenza di tale attaccamento al passato e la mancanza di confraternite o associazioni deputate a far rivivere realmente il passato della città, inevitabilmente, mostra come della rappresentazione storica legata ai nostri fatti antichi poco importa alla popolazione di Sarzana. D'altronde i Bonaparte se ne sono andati via molto prima dei fasti del loro nobile rampollo, per i consoli romani eravamo solo degli emeriti rompiscatole che non volevano sottomettersi al potere di Roma, dunque queste rievocazioni paiono poco consone al nostro contesto aldilà, ovviamente, di un autentico retaggio storico riportato e comunque documentato sui testi. Ma se le cose stanno in questi termini, emerge il fatto che quella che poteva essere cultura storica per i cittadini sarzanesi si rivela infine una banale attrattiva turistico/economica per i visitatori della città. Siamo al paradosso che ci serviamo di "attori" che recitano a cottimo per creare, in un qualsiasi luogo di rappresentazione, una cornice storica adatta alla bisogna. Encomiabile scelta, si potrebbe dire, per la parte commerciale della città (e ovviamente per gli attori che hanno creato un nuovo, itinerante lavoro) se non fosse che tutto il tessuto commerciale di una volta (centro e zone limitrofe) è già da tempo in grave sofferenza. Non avendo in zona produzioni industriali, una ridotta, sebbene interessante produzione agricola, i fabbisogni tecnici-abbigliamenti-alimentari soddisfatti (pur nella loro più bassa qualità) da miriadi di centri cinesi, supermercati e "brichi" di varia natura, pare difficile pensare di ripristinare (e mantenere) attività commerciali che prima erano il fiore all'occhiello della città e ne costituivano il richiamo proprio per la loro qualità e la loro diversità di fondo (e che ne rappresentavano la vera essenza cittadina commerciale). Rimane allora evidente la necessità di pensare altre soluzioni. La tendenza a creare zone di ristoro infinite, abbinate, ovviamente, a presunte manifestazioni storico-ludiche è uno dei tanti risvolti di omologazione che sottendono le varie cittadine come Sarzana. Siamo diventati tutti turisti di qualcun'altro e se non si capita in luoghi veramente caratterizzati da una reale storia locale rappresentata (che ne costituisce il patrimonio ma anche la possibilità di mostrarla ai visitatori come proprie, vere tradizioni ) ci si barcamena con eventi estemporanei, ludici nella loro essenza e inseriti nel contesto cittadino con troppa e inconsistente faciloneria. Qui la cultura centra poco, o meglio, potrebbe anche centrare, per come viene servita, senza farsi troppe domande, solitamente di guarnizione e a contorno dell'evento. Per come è orientata la nostra società non credo che le cose cambieranno per i prossimi anni. Dunque, in attesa di un prossimo, eventuale evento (magari la ricostruzione della battaglia di Azio nei Bozi) non ci resta che aspettare il passaggio del Giro d'Italia e salutarne gli atleti come facevamo da ragazzi. Mi pare però emblematico, per quanto detto sopra, riportare le parole del nostro eminente presidente di regione (la tappa parte da Genova per arrivare a Lucca) su come venga considerata, in questo contesto, anche la sacralità di una gara che, io credo, vada oltre al mero scopo sportivo: " Si tratta di un risultato molto importante per cui abbiamo lavorato a lungo. Riportare il Giro sul nostro territorio costituisce una straordinaria opportunità non solo sotto il profilo turistico e sportivo, ma anche per l’indotto economico che genera il passaggio della Corsa Rosa..." L'economia è sempre di piu' il nostro riferimento. Ad maiora!
Giorgio Giannoni
Nessun commento:
Posta un commento