La cosa veramente bella dell'incontro con Antonello Pasini è stata la presenza di molti ragazzi che hanno reagito con entusiasmo e diligenza alle parole, non sempre facili, del noto fisico e climatologo del CNR e docente di fisica del clima a Roma. Una presenza che è andata al di là della "chiamata" del loro professore Massimo Caleo, proprio per l'impegno e la responsabilità di aver già cominciato a costruire l'anno scorso (e proprio con Pasini e l'Università di Pisa) il nuovo Centro studi sul cambiamento climatico e la sostenibilità, importante realtà scolastica dell'Istituto Parentucelli/Arzelà. Una lezione, quella di Pasini, all'insegna della complessità. La scienza non è quasi mai semplice, soprattutto se l'argomento riguarda il cambiamento climatico, notoriamente un argomento difficile da collocare, da evidenziare e da inquadrare nella sua innegabile presenza, attestata, oramai, da una messe di evidenze e di dati capaci di togliere ogni dubbio sui suoi pesanti e violenti effetti sul pianeta e di cosa si può e si deve fare (anche nel proprio personale) per tentare di ridurre, di arrestare questa grave deriva ambientale. Come era logico, si è anche parlato di negazionismo, della contestazione sulla reale esistenza del problema e di come questa impropria posizione sia oramai sconfessata in ogni angolo della Terra. Antonello Pasini rimane un affabulatore preciso e dirimente, essendo in grado di rendere, con parole piane ed esaustive, concetti di fisica e di climatologia non facili, soprattutto quando sono affiancati a diapositive, grafici e dati non istantaneamente fruibili. La mattinata (completata anche dalla presenza di molti cittadini) si è svolta in un contesto particolarmente interessante e suggestivo, la sala conferenze del Vecchio Ospedale, che il Dr. Carlo Martini, direttore del Distretto 19 "Val di Magra" ci ha gentilmente concesso e si è aperta con il saluto della presidente di InSarzana Monica Faridone, dall'introduzione di Giannoni Giorgio, membro del direttivo, seguite dalle corpose parole di Massimo Caleo che si è, giustamente dilungato sull'attività dei suoi alunni e sui alcuni risvolti dei cambiamenti climatici/agricoltura. Molte domande a chiusura hanno sottolineato, ancora una volta, la voglia di conoscere, di apprendere, di percepire nella sua reale valenza scientifica la realtà, molte volte sfuggente, che ci circonda.
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