14 ottobre 2025

MEDITAZIONI: Giano bifronte ovvero il gatto che si morde la coda di...sinistra

 

Il gatto si morde la coda 

si morde la coda il gatto
il gatto si morde la coda
e non sa che la coda è sua.

Il gatto è un po’ stupido il gatto
forse più che stupido è ignorante
e non sa che la coda è sua.

Povero gatto si morde la coda
certo che se nessuno glielo dice
lui non sa che la coda è sua   

(IL GATTO SI MORDE LA CODA, 1972 GIORGIO GABER)

 

Cari signori, il problema di una sinistra che non c'è va affrontato, come è ovvio, da due distinte parti come fosse un sorta di Giano bifronte capaci di definire, una volta per tutte, dove cercare il lato mancino delle cose.



Partiamo da Gaza, momento catartico dove milioni di persone si sono ritrovate, emozionalmente, assieme nel voler testimoniare il proprio dissenso contro il genocidio che si stava compiendo sul suolo martoriato di quella non-nazione palestinese. Perchè, tutto di un colpo, si sono ritrovati i fondamentali di una protesta veemente, numerosa, calorosa, radicale e non violenta? Evidentemente è stata l'emozione, la spinta emersa furiosamente dalla mente delle persone che urlava il proprio sdegno, la propria indignazione contro un soppruso, una violenza che aveva di gran lunga superato il primo torto che Israele aveva subito. Il movimento solidale ha coinvolto tutta una grande parte di sinistra della popolazione trascinando, inevitabilmente, le strutture organizzate dei sindacati e dei partiti che, prese in contropiede, hanno come subito l'emozione che sgorgava da migliaia e migliaia di cittadini costringendoli a partecipare senza valutazioni di pensiero o di ragionamento, senza un obiettivo prefissato. C'è voluto, in definitiva, una eccitazione forte, una sensazione intensa e suggestiva per superare ogni remora, ogni limite che fino ad oggi, tutta la sinistra, popolo e strutture politiche non paiono più capaci di superare nel nostro Paese. Dobbiamo allora distinguere tra emozione ed obiettivi, perchè, pare logico chiedersi, come mai il popolo di sinistra  non reagisca più agli obiettivi che le strutture politiche, sindacali e partitiche, pongono riguardo ai problemi più contingenti e irrisolti del loro vivere quotidiano. L'obiettivo di una sanità realmente pubblica e finalmente uguale per tutti o una scuola funzionante a dovere o il lavoro e i salari in linea con il costo della nostra vita non hanno visto la stessa risposta per Gaza. Siamo dunque capaci, giustamente, di indignarci per le violenze subite da un'altro popolo ma non riusciamo a collocare le problematiche esistenziali che ci riguardano in un'ottica di giusta e valutata radicalità. Il perchè di ciò non è facile da cogliere. I cambiamenti nella nostra società, la creazione di un contesto capitalista e globalizzato, l'individualità di fondo, le spinte inconsce al godimento, la ricerca della prevaricazione e del potere sembrano, nella comunità, diventate dirimenti, ottundendo le risposte solidaristiche e comunitarie, necessarie per il buon funzionamento di uno stato. La maggior ricchezza poi ha, inevitabilmente, creato diseguaglianze con il risultato di allontanare sempre di più i cittadini tra di loro e dai necessari doveri civici. In questo contesto è evidente che la popolazione con idee di destra e i suoi rappresentanti hanno trovato quell'humus di fondo necessario per governare ponendo ciò che rimaneva di una visione di sinistra in un angolo quasi indifendibile anche perchè, da tempo, la sinistra, ha annacquato le proprie idee portanti, avvicinandosi pericolosamente ad un pensiero troppo liberale se non liberista. In questo ravvicinato contatto si celano due constatazioni inevitabili. La prima riguarda la comunità che, oramai unita sull'unicità della nuova struttura sociale capitalista, ha quasi del tutto abdicato alla politica militante e partecipativa (comprese le elezioni). La seconda riguarda i partiti che, diretti rappresentanti di quel sentire, si limitano ad esistere solo come strutture amministrative del potere democratico ma con un distinguo importante perchè la destra si muove su parametri ideologici più sicuri per il momento nel quale viviamo, dove la sua anima reazionaria e violenta meglio si adatta al contingente senza proporre nulla che non ricalchi vecchi stilemi di conservatorismo sopraffazione o di illiberalità, mentre la sinistra, persa la propria bussola progressista, si dibatte nelle contraddizioni e pone obiettivi che non è in grado non solo di raggiungere ma soprattutto di evidenziare ai propri, disincantati sostenitori. Le soluzioni sono difficili da trovare. Nell'immensa pletora di persone che non votano più si cela, ovviamente, una crisi della democrazia, che fa il gioco della destra e delle sue visioni estreme. La maggior parte delle persone di sinistra paiono non cogliere tale pericolo e il Paese si muove su binari di qualunquismo e di soggezione al consumismo più estremo che non fanno ben sperare. Neppure la distruzione dell'ambiente pare interessare ai più. Si respira un'aria di rassegnazione e di letargia che sarebbe possibile fermare solo se la sinistra trovasse la capacità di unire obiettivi importanti con emozioni altrettanto rilevanti e ridare un nuovo senso fondativo alla propria presenza. 

Ma nei partiti della sinistra continua ad aleggiare un pensiero confuso perchè sono venuti a cadere i presupposti di una società diversa, o meglio, non c'è ancora la capacità di cogliere qualcosa di veramente nuovo. La deriva dei grillini e il quasi ovvio raggiungimento della parte sinistra da parte delle persone più illuminate di quella stolta esperienza pare essersi fermata nel voler, ad ogni costo, affermare la propria singolarità e la propria identità quasi che, novello partito socialista, trovasse spunti e certezze di diversità dal riformismo del Partito Democratico e dunque si ponesse, per propria sopravvivenza, in un'ottica di scontro invece che pensare ad un futuro di unicità. Lo stesso Partito Democratico, dilaniato dalla suo essere comunità fittizia per le troppe correnti, convive con una parte un poco più radicale, definita, tra l'altro, da una investitura per la segreteria, esterna al partito stesso e l'altra con i troppi galli nel pollaio che vorrebbero farne un annacquato centro sinistra. La parte, poi, di vera sinistra (a loro dire) vive nella propria certezza apparente di essere veramente di sinistra nutrendosi, quasi sempre, di stereotipi e visioni che rimandano al vecchio partito comunista di un tempo senza rendersi conto, nell'unità che rappresentano, e nei voti che posseggono quanto minimalista appare oggi ai cittadini la loro rappresentanza della moralità berlingueriana e il reale problema dell'ambiente. In definitiva, tutta la sinistra, non è stata in grado o non ha voluto trovare un qualcosa che si potesse sostituire alle logore aspirazioni di una società collettivista del novecento, crollata sotto il peso della Storia ma soprattutto cancellata dalla becera modernità, economicista, tecnologica e consumatrice che ne ha ben presto catturato i propri politici e votanti e che, successivamente, si è imposta come l'unica visione possibile. Se la nostra generazione è stata di sinistra perchè era il tempo di esserlo, il succedersi di altre generazioni assieme ai cambiamenti della società ha posto in dubbio tutta una serie di certezze solidaristiche e libertarie (compreso un certo riformismo di facciata), risvegliando di fatto la visione ancestrale di una psiche di fondo dedita al godimento, alla prevaricazione, alla ricerca smodata del potere. Gli uomini e le donne dei partiti di sinistra e i loro votanti rimasti sono lo specchio evidente di un logoramento che non ha risparmiato nessuno. I balbettii programmatici dei maggiorenti e dei partiti di sinistra sono la coppia speculare della mancata risposta della parte maggiore dei loro elettori. Che non appartengono più a loro ma sono diventati insensibili al richiamo perchè troppo irretiti dalla modernità e incapaci di rifiutare i doni che il capitalismo offre loro. Il barcamenarsi a governare, amministrativamente parlando, dei partiti di sinistra rimanda all'evidente paura di guardarsi veramente dentro per constatare la vuotezza che rappresentano. Ecco perchè la destra si trova in una situazione migliore, oggi. I suoi elettori vanno a votarla ma possono anche permettersi di rimanere a casa, almeno fino a quando la sinistra si troverà in queste condizioni, perchè la realtà è comunque di destra, oggi più che mai ( Alla ricerca della sinistra perduta). Essa governa grazie ai suoi elettori e alla maggioranza silenziosa di coloro ai quali va bene questo tipo di società, compresi i cittadini di sinistra renitenti al voto. 

Riempire quella vuotezza è la vera ed unica sfida della sinistra italiana. A mio avviso occorrerà molto di più che un restayling e una eventuale, ipotetica, magica fusione tra i vari gruppi. Saranno capaci i partiti a trovare un'unità e una radicalità "riformista" tale da evidenziare e provare a modificare le storture del presente e i cittadini saranno capaci di superare i godimenti e i diletti di questa società e votarne i cambiamenti? Ecco ancora Giano bifronte oppure se volete, il gatto che si morde la coda. Chissà se qualcuno da quella parte si ricorda della nostra Costituzione, potrebbe almeno essere un buon punto di partenza.

Giorgio Giannoni

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