Lunedì pomeriggio, nella sala consiliare del Comune di Sarzana, aleggiava una sorta di presenza nascosta, impalpabile, quella del sindaco Pietro Arnaldo Terzi.
Intendiamoci, già di per sè, mettere piede in quella bella sala, da sempre, provoca un certo turbamento, una certa soggezione alla quale non ci si abitua mai del tutto. Si respira, tra quei quadri di antica vita sarzanese, il senso della democrazia e del rispetto politico ancor di più acuiti proprio da quelle vicende storiche del '900 che la lapide dedicata a Terzi pare continuamente evocare nella suo rimandare a foschi accadimenti. E' stato proprio Guido Lorenzetti, nell'aprire la sua presentazione, a riportare l'attenzione su Terzi. Con voce ferma ma un poco stanca (ha ben ottantasette anni) ha raccontato di suo padre Andrea, socialista e partigiano, arrestato dai repubblichini di Salò nel 1944 e mandato, successivamente, nel campo di concentramento di Fossoli dove incontrerà proprio Arnaldo Terzi, arrestato, a sua volta, dai fascisti. Una conoscenza e un intrattenimento di poco tempo che terminerà in Germania a Mathausen, dove entrambi perderanno la vita. Durante quei pochi mesi capitò che un soldato di Fossoli facesse un ritratto a matita di Pietro Arnaldo Terzi e Guido Lorenzetti ha come voluto donarlo alla città, nel proporcelo in tutta la sua forza evocativa.
E' con questi prodromi che la serata si svolgerà su binari di una rievocazione che non si è limitata solamente ai terribili ricordi personali di Guido Lorenzetti o dei nostri compatrioti, quanto nello spazziare, a tutto tondo, in ciò che di resistente, antifascista e antinazista emerse in Europa in quegli anni terribili, mostrando, di fatto, quanto fosse ampio, il rifiuto, di ogni totalitarismo, di ogni violenza. Ancora una volta, dunque, un ricordatore come Guido Lorenzetti, si è offerto per testimoniare e non dimenticare il passato, coadiuvato dalla presenza di due nostre, importanti figure come Egidio Banti e Riccardo Canesi. Sebbene l'età fosse molta e faticosa, era partito ad orari antelucani da Milano; in treno è arrivato a Sarzana per poi ripartire alla sera, inesausto, sempre in treno, per un'altro luogo, dove l'indomani avrebbe ancora ricordato e riesposto i drammi, le violenze e le falsificazioni della storia recente.
Proprio ieri sera, nel leggere la lapide a ricordo delle foibe, posta nella sala consigliare dai nuovi governanti di destra, ne ha sottolineato (lui che ha avuto un nonno di quei luoghi, ucciso dai partigiani di Tito) l'ambigua e fuorviante lettura costruita nel cosidetto giorno del ricordo che, il 10 febbraio, viene praticata a senso unico dall'Italia di oggi.
Un plauso particolare a Andrea Giannoni per la sua accorata lettura dalle pagine del testo di Lorenzetti. In chiusura, il musicista sarzanese ha voluto proporre ai presenti la registrazione di un brano famosissimo di quei momenti storici, J'attendrai (1938), vera e propria canzone emblematica dell'inizio della seconda guerra mondiale e delle sue violenze. Quelle parole e quella musica erano subito diventate l'inno all'amore lontano, ed insieme una promessa di fedeltà alla persona amata. “J'attendrai Le jour et la nuit, j'attendrai toujours ton retour”, cantavano i soldati su tutti i fronti di guerra. Pochi sanno che la cantante, Rina Ketty era nata a Sarzana. Una chiusura commovente per una serata all'insegna della memoria antifascista e resistente.
Come tutti i nostri eventi, riportiamo la testimonianza dell'evento con l'immancabile video, per permettere ad altre persone di conoscere questo instancabile personaggio e il suo libro. Seguono alcune foto, un poco improvvisate, che colgono, comunque, la volontà di InSarzana di continuare a essere presente su temi così importanti, sebbene, in queste riunioni, la mancanza dei giovani cittadini rimane sempre e comunque una costante. Buona visione
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InSarzana








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