30 giugno 2023

PENSIERI STUPENDI: INCONTRI RAVVICINATI DEL IV° TIPO, FASCISTI RELODED

 



Quello che colpisce da subito in questa proposta "culturale", dove la consigliatura al potere si muove con superficialità e tracotanza, è il solito tentativo di voler giustificare principi e valori di riferimento "ufficiali" della destra da poter contrapporre a quel progressismo di sinistra che per loro ( e in particolare per alcuni particolarmente estremisti) è sempre stato visto come ideologicamente superiore e opprimente.


Ora che la società si muove più su binari a loro consoni ogni occasione, ogni avvenimento viene costruito ad hoc con lo scopo politico di proporre questa affermazione ideologica di fondo in barba ad ogni realismo storico, artistico o filosofico. Il simposio organizzato a Sarzana per il 2 luglio ne rappresenta efficacemente la forma dove il voler proporre un argomento importante come è quello della famiglia, risulta essere solo uno specchietto per le allodole, abilmente proposto per evidenziare, sul tema, un pensiero ideologico e reazionario che affonda le proprie radici nelle sventure del nostro Paese. Il drammatico di tale posizione è quello di voler coinvolgere, nella distorsione del discorso prima e della storia dopo, figure importanti dei secoli passati ed accomunarle con evidenti sforzi di valutazione e di riflessione in un contesto che possa permettere affermazioni positive quando non è possibile che ciò avvenga.  Questi personaggi che governano e che dirigono associazioni di destra hanno sempre avuto in odio una visione progressista della società semplicemente perchè molti temi sono lo specchio di una Costituzione repubblicana e democratica, costruita proprio su un progressismo di fondo la cui origine immediata è basata sulla Resistenza all'ignobilia di un regime autoritario (che evidentemente a molti piace ancora adesso) ma che affonda le proprie radici su quelli che sono i diritti inalienabili dell'essere umano, sanciti dalla Rivoluzione francese: libertà, uguaglianza e solidarietà. Diritti che si esprimono a tutti i livelli compreso l'ambito familiare dove invece, con incontri di questo tipo, si vorrebbe distinguere tra una presunta famiglia tradizionale e nuove forme di unione che, nella loro necessaria e auspicabile accettazione, sanciscono ancora una volta i principi enunciati per ogni individuo che le costituiscono, figli compresi.

Ma, entrando nel merito, risulta terrificante la commistione portata nel contesto dell'incontro. Innanzi tutto l'unione dei due temi: la famiglia tradizionale e il ruolo della donna. Questo ossessivo e reiterante messaggio che esista una sola famiglia quando, con l'evoluzione dei tempi, con la spiegazione scientifica dell'omosessualità (che tanto spaventa la destra), con la constatazione evidente dell'eguaglianza di queste persone a tutti gli altri cittadini, dovremmo essere perfettamente in grado di accettare il sentimento reciproco di due persone dello stesso sesso e la loro voglia di avere figli. (QUI ho già affrontato questo problema parlando delle madri in affitto) Ma la morale cattolica cara, ipocritamente, a molti esponenti locali( e tanto avversata da Marinetti), serve per ottundere ogni sforzo, ogni tentativo di porre il problema e mantenere le basi di una antiquata visione della famiglia umana. E' interessante notare che, per parlare di famiglia, si voglia iniziare dalla condizione della donna, volendo offrire una sorta di rivalutazione di una "protagonista" della coppia (da sempre vista da questa parte con l'unico ruolo di madre partoriente) mostrandoci i pensieri di grandi nomi della storia patria che, secondo gli organizzatori, dovrebbero raccontarci la vera visione della donna e il suo ruolo nella società. Servirsi allora di un personaggio come Dante, grande riferimento artistico e sociale di tutti gli italiani e italiane, assume già un sapore amaro. Dante fu uno dei pochi, in un medioevo misogeno e oppressivo, a cominciare a dare spazio alla donna, a evidenziarne pene e dilemmi nei vari personaggi che emergono dalla Commedia. Ma tutto ciò è ampiamente documentato ed è patrimonio di ognuno di noi. Vorrei sottolineare questo articolo, proprio da un sito femminile, che ben circostanzia i termini della questione: "Dante e le donne, riflessioni in ordine sparso" di Valeria Pillone. Tentare di far passare Dante per un personaggio che propende per visioni di destra e tradizionaliste (come già accaduto per altri temi) non solo è diabolico ma puerile e inconsulto.

Poi c'è il Vate, Gabriele D'Annunzio, visto da sempre a destra come l'amante perfetto, lo sciupafemmine quando, in una lettura critica dell'opera del poeta, emerge nettamente quella crisi dell'uomo-padrone (che tanto piace alla destra) che, agli inizi del  secolo scorso, inaugura, se così si può dire, le prime riflessioni femministe e progressiste su quello che sarà il ruolo della donna nel futuro. Per comprendere meglio:" Le figure femminili del Vate e la fine dell'uomo-padrone"

A seguire, purtroppo, il gioco si fa duro e non casualmente. Già un articolo su Città della Spezia da parte di un lettore arrabbiato sottolinea, nella sua dura esposizione, la valenza politica dell'incontro espletato alla presenza di un non ben definito (oppure fin troppo definito) Canto Nuovo Democrazia Futurista dove il cozzare di termini e il recupero di antiche reminiscenze ci fa compendere dove stiamo finendo. Marinetti fu tutto tranne che un democratico e se alcune sue visioni artistiche potrebbero avere una loro caratura non pare essere la persona meglio scelta per servire da esempio in questo contesto. 

Ma è con la presenza di Gioventù Nazionale che comprendiamo totalmente l'indirizzo dato alla manifestazione e al suo svolgersi, vergognosamente, nella sala consiliare del Comune di Sarzana. Si capisce molto bene come Fratelli d'Italia voglia apporre la sua reazionaria impronta sull'argomento quando anche la figura di Julius Evola sarà evocata in quella sala dove campeggia ancora la lapide di Pietro Arnaldo Terzi. 

Molti di coloro che andranno, fiduciosi e speranzosi, nel voler parlare di ruolo della donna e di famiglia rimarrebbero esterefatti se il pensiero di un "filosofo" come Julius Evola venisse interamente mostrato nella sua terrificante composizione. Ecco la visione di questo turpe e mefistofelico personaggio sulla donna:

 "Evola sostiene, riprendendo alcune tesi da Sesso e Carattere di Otto Weininger, che uomo e donna, in quanto innatamente bisessuali, siano elementi polarmente opposti inseriti nel binomio su cui si basa il mondo (l'uomo rappresenta elementi come il sole, il fuoco, il cielo mentre la donna la luna, l'acqua, la terra, etc.) e queste due parti si influenzano inevitabilmente tra loro, per quanto Evola sostenga comunque che il principio dell'uomo sia autosufficiente mentre quello della donna per esistere gli debba essere necessariamente dipendente. Ogni equiparazione di ruoli e diritti è quindi per Evola un errore, un'abdicazione dal proprio ruolo gerarchico spirituale tendente alla virilità e alla femminilità assoluta. Evola sostiene che il femminismo e i diritti della donna siano un errore, in quanto l'emancipazione femminile trasformerebbe la donna in una fuori-casta, una paria senza importanza. A causa di comportamenti e degenerazioni "moderne" la donna moderna (non più dipendente dall'uomo) si troverebbe così portata all'errore di divenire indipendente e emancipata dalla società patriarcale cui deve spiritualmente essere subliminata. Evola aborrisce il concetto di monogamia in quanto mera costruzione sociale e perlopiù degenerazione di origine giudaico-cristiana che viene giustificata socialmente dall'istituzione del matrimonio. L'uomo della tradizione pratica per natura la poligamia e dispone di un folto harem mentre la donna tradizionale al contrario può definirsi realmente libera per Evola solo in quanto pratica la venerazione totale (bhakti) nei confronti di un uomo, marito, padre o figlio che sia. Solo l'uomo quindi è capace di aspirare ad una vita spirituale mentre la donna, appartenendo alla terra, è parte del mondo materiale e dei bassi istinti da cui è attratta, di conseguenza per Evola essa è priva di egorazionalità e morale: ontologicamente è una nullità destinata essenzialmente al coito sessuale e alla continua riproduzione del materiale e di altri individui. Evola stesso afferma che "i periodi in cui la donna ha raggiunto un'autonomia e una preminenza hanno quasi sempre coinciso con epoche di palese decadenza di più antiche civiltà". (da Wikipedia)

Siamo dunque concordi con tutti i firmatari dell'appello nel chiedere alla sindaca Ponzanelli di revocare il permesso d'uso della sala consiliare per questo evento che reputiamo lesivo nei confronti di tutta la cittadinanza, tuttavia vorrei permettermi una osservazione, banale nella sua valenza, ma inevitabile.

 Dobbiamo prendere atto che la destra ha vinto le elezioni e dunque si è consumato, in città, quel cambio di paradigma politico dovuto sia alla crescita di un pensiero di destra, preciso e radicato con tutte le storture che si porta dietro (questo evento ne è l'esempio) che all'inettitudine di un centro-sinistra alla fine della propria parabola ideologica e di potere. Pensiero di destra che è stato amplificato da mezza popolazione della città la quale, non andando a votare,  ha, di fatto, legalizzato e fatto proprie, nella sua ignavia, le visioni che la destra ora porta avanti servendosi anche dei luoghi dell'amministrazione, in spregio ad ogni più semplice regola di democrazia.

Rimane evidente allora che le bastonate ideologiche, come questo incontro, le prenderemo tutti indistintamente, cittadini di sinistra, di centro, assenti ingiustificati, nani e ballerine compresi e ricadranno sulla nostra vita cittadina, giorno dopo giorno, quando ad esse si uniranno altre bastonate non solo ideologiche ma più impattanti, al momento, come le scelte sanitarie, urbanistiche, lavorative ecc. condite, ovviamente, da carote, ricchi premi e cotillon per meglio nascondere la mano. 

Se va bene così...lo dico soprattutto per gli assenti ingiustificati, per coloro a cui non importa niente della città, a coloro per i quali tanto sono tutti uguali, agli ignavi, ai menefreghisti, a coloro che credono di essere di sinistra ma pensano di destra: risparmiateci, per cortesia, le lamentazioni quando i nodi di molti problemi verranno al pettine anche per voi.

Giorgio Giannoni

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