21 giugno 2023

LIBRI: Una breve recensione di LA MEMORIA DELL'ANIMA, il primo libro di Alessandro Pratici

 


LA MEMORIA DELL'ANIMA Alessandro Pratici (La Caravella Editrice, 2023)

Che Alessandro Pratici abbia cominciato a scrivere non mi stupisce più di tanto. Amico dai tempi epici del Bar Toscana di piazza S.Giorgio (anni 70, gli Anni Buoni) , ottimo giocatore di mediatore (un difficile gioco di carte, ma lui si schernisce se glielo ricordate), medico abile e preparato che anche per lavoro ho frequentato negli anni, mi ha  sempre dato l'idea che nascondesse, sotto un carattere quietamente introverso, un sobollire di pensieri e di meditazioni che, in qualche maniera affollavano la sua vita interiore.


Già praticando un lavoro dove la sofferenza si tocca giorno dopo giorno, la necessità di arginare, in una certa maniera, il dolore altrui lo poneva, a mio parere, in una condizione tale da dover nascondere, dietro una minima esteriorità di routine, quella partecipazione e quella consonanza che, come dimostra il libro, ha da sempre avuto verso le persone ammalate o in difficoltà. 

Il libro, dunque, assume un carattere di liberazione, di evidenziazione dove far confluire la sua visione della vita, l'importanza dei sentimenti, il rapporto con gli altri. Ora che la pensione ci ha raggiunti, la possibilità di mettere nero su bianco quei suoi pensieri era un occasione troppo ghiotta per lasciarla perdere, anche perchè, immagino, che nella sua vita privata avesse, da tempo, iniziato a scrivere. 

Interessante da notare come il libro "La memoria dell'anima" possegga già nel titolo un programma di fondo. Lo stesso Pratici ne ha riferito la difficoltà nel trovarlo e la memoria diventa un fulcro del racconto, soprattutto perchè uno dei protagonisti è un malato di Alzheimer dove la memoria, come tutti sanno, evapora lentamente. La storia si dipana nel descrivere il rapporto tra due cugini, Giorgio ed Enrico, vissuti assieme nella famiglia del primo perchè i genitori di Enrico erano morti in un incidente stradale. Due ragazzi, dunque, che nel crescere si dimostreranno estremamente differenti. Giorgio è la persona che vive più alla giornata, trascinando la propria esistenza tra la routine e le piccole gioie della vita, accudendo il padre Franco, malato di Azheimer, nella loro vecchia casa a Parma. Enrico, diventato medico e ricercatore ha lasciato da tempo il luogo dell'adolescenza, ha messo su famiglia, costruendo un'esistenza più regolare, scandita dal lavoro e dalla responsabilità. Forse l'autore nel voler separare i protagonisti in due figure così opposte ci rimanda, inconsciamente, a due aspetti della sua personalità un poco in contrasto tra di loro e magari lo scrivere il libro potrebbe anche assumere il senso di una sorta di unione tra due visioni della vita che non sempre si riesce a mantenere in equilibrio. Ma procediamo.

  L'incontrarsi nuovamente dei due cugini, parecchi anni dopo sempre a  Parma, è dovuto al fatto che Enrico ha trovato una nuova, incredibile cura sperimentale per la malattia di Franco e vorrebbe che il padre di Giorgio la provasse. 

Siamo dunque, per alcuni versi, in un panorama provinciale, in un luogo dove Pratici ha studiato (anche se lui declina ogni riferimento personale nella vicenda) che regala alla storia un sapore familiare, di piccola comunità condivisa (espressa anche da una serie di comprimari ben caratterizzati e definiti) ma l'argomento medico-scientifico offre una coloritura particolare verso qualcosa di sconosciuto, di estraneo che lentamente si insua nel racconto a mò di giallo fantascientifico. Già nelle prime pagine del libro, nell'Introduzione, in una sorta di avvertenza ai lettori, l'autore ricorda che non sempre le cose che accadono sono così chiare e definite e quando l'inspiegabile non si dipana allora occorre accettare l'estraneità, il mistero.

Non so se Alessandro conosce le strutture fantascientifiche ma forse, inconsciamente, il suo racconto si è andato a porre in quella dimensione dove è necessaria quell' interruzione dell'incredulità che rappresenta quel momento particolare quando il cosidetto Novum della storia emerge e chiede al lettore di accettare la non implausibilità dell'idea. Ma attenzione, perchè Pratici, pur volendo creare un mistero e offrirci poi una soluzione possibile, ha in mente molto altro e più importante, cioè i rapporti tra le persone, i loro sentimenti, il loro rivivere la memoria, il tentativo di definire i caratteri, i pregi e i difetti di ognuno, insomma dotare la storia di umanità e di calore. A mio avviso, ci riesce solo in parte, perchè nella evidente brevità del suo romanzo diventa difficile discernere ogni personaggio nella dovuta completezza. Vi sono momenti un poco troppo affastellati di nomi e luoghi, ma anche pagine di reale coinvolgimento e pathos che restituiscono al libro lo spessore  di lettura necessario.

Quando Franco, durante la cura, riacquista la memoria che non è più la sua ma quella di un'altra persona, la storia diventa carica di mistero e di forza. Non intendo, ovviamente, dire di più per lasciare al lettore la meditazione su quanto propone l'autore.

Lo stile del libro risulta sempre scorrevole ed efficace, facendo emergere una preparazione, sicuramente ancora da poter sviluppare, ma già interessante nelle descrizioni e nel tentativo, riuscito, di creare un tessuto di situazioni popolato da personaggi principali e secondari mai ridondante o ripetitivo. 

Per quello che possono rappresentare le mie parole da dilettante, mi sento di consigliare la lettura del libro. Quando si innesca non solo la "voglia" di andare a vedere "come finisce", ma subentra quell'agiatezza di lettura, quel seguire con piacere i risvolti dell'anima, quel sentire i dialoghi che risuonano con le emozioni e i sentimenti dei protagonisti, il libro di Alessandro ha tutte le carte in regola per essere letto. 

Credetemi sulla parola. Ciao, Alessandro

Giorgio Giannoni

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