23 luglio 2023

21 LUGLIO 2023: Un breve commento a latere

 


In questa immagine della sindaca Ponzanelli, arrampicata sulla scala per agganciare la corona d'alloro del 21 luglio 2023, c'è tutta la fatica di Sarzana nel mantenere la propria identità e la propria memoria storica.


Permettetemi un breve commento dopo il 21 luglio di quest'anno a Sarzana, anno del signore 2023, dove tutti coloro che hanno, in qualche misura partecipato, paiono essere felici e contenti. Pochi, chiusi nel loro settarismo, hanno forse fatto poco caso alla stolida processione di festeggianti che si sono succeduti nell'arco di poche ore davanti al luogo fatidico dei Fatti di Sarzana, la Stazione e di fronte alla lapide intitolata al capitano Jurgens e al Sindaco Terzi e alla resistenza cittadina. Ogni delegazione è arrivata separata, alla chetichella, come i congiurati o i carbonari, preferendo celebrare separatamente l'anniversario. 

Sul presto della mattina sono arrivati il partito democratico, l'associazione Sarzana Protagonista e qualche appartenente ad Italia Viva, come la foto illustra:



Quindi alle 11 si è assistito, con la Sindaca, le autorità, l'Anpi, la Cgil, un paio di associazioni e qualche cittadino compreso il sottoscritto, alla deposizione della corona d'alloro:



  

Più tardi, il partito comunista ha voluto arrivare  da solo a ricordare i Fatti:



    Ognuno, a sinistra, ha dunque "marcato il territorio" con argomentazioni più o meno uguali che, ovviamente, contraddicevano l'assunto fondamentale della celebrazione: l'unità di una comunità, formata da cittadini e forze progressiste, che si difendeva da una aggressione di forze reazionarie e violente. 

Forse qualcuno avrà anche notato che per la prima volta la sindaca ha parlato di resistenza antifascista spontanea e dunque devono allora stupire i commenti successivi come quelli di forza italia dove si parla chiaramente( e anche qui probabilmente per la prima volta ) di resistenza da parte della autorità e del popolo contro la violenza fascista. Ne tantomeno  dovrebbero stupire le parole del solito Pizzuto, che anche qui si serve degli astrusi comportamenti delle forze di sinistra per rimarcare la consegna dell'onorificienza a Pino Meneghini, antifascista e socialista, la cui figura è stata lasciata nelle mani di questi burocrati da una limitata visione delle cose.

Sarebbe interessante conoscere cosa avrebbero potuto pensare i Terzi, i Sabbadini, il Consiglio comunale di quel mese fatidico, i Cittadini tutti, gli Arditi del Popolo e quanti si sono opposti alla violenza fascista, di come le forze di sinistra a Sarzana galleggino in un limbo dal quale non vogliono uscire. 

Egidio Banti, nella prolusione per la consegna dell'onorificienza alla famiglia di Pino Meneghini ha, con il solito acume che lo contraddistingue, sottolineato come la storia debba sempre essere aggiornata e preservata ma nel farlo occorre inevitabilmente tenere conto delle valutazioni e delle letture precedenti per poter parlare di memoria chiara e acquisita. Il caso dei Fatti di Sarzana rimane dunque emblematico nel suo chiaro svolgimento proprio alla luce dell'ultimo convegno di due anni fa che sancisce ancora una volta l'importanza politica e sociale di un avvenimento, certamente violento e luttuoso, ma carico di significati di libertà e democrazia. Ed una sinistra che si fregi di questo nome, deve sapere leggere e contrastare, nella sua unità, le spinte reazionarie e subdole messe in atto da chi continua imperterrito a cercare di modificare la verità o a nasconderla sotto coltri di lustrini o feste inventate. 

Chiudo ancora una volta con le scene del film di Faccini "Nella Città perduta di Sarzana" dove il regista lericino aveva ben compreso lo spirito che animava i nostri concittadini di un tempo, restituendoci un film carico di verità, ma anche scomodo. E in queste scene quando Cucciola/sindaco Terzi, dopo aver inveito contro Roberto Posse/Jurgens, rimane per un istante in silenzio per poi voltarsi e unirsi ai cittadini(" Ci siamo, Arnaldo") c'è tutta quell'unità di intenti che oggi, noi di sinistra, sembriamo aver dimenticato.

Giorgio Giannoni


                                                

 Sarzana. Piazza della stazione. Notte tra il 20 e il 21 luglio 1921. I fascisti non sono stati fermati e stanno arrivando a Sarzana. Il sindaco Pietro Arnaldo Terzi (Riccardo Cucciolla) inveisce contro il Capitano Jurgens (Roberto  Posse) che sta andando alla Piazza della Stazione mentre la popolazione di Sarzana si prepara a respingere le squadracce fasciste. Contemporaneamente vengono uccisi (da parte degli Arditi e degli Anarchici)  i due portaordini fascisti catturati qualche giorno prima. Alla Stazione avviene l'incontro tra carabinieri e fascisti. Il capitano Jurgens reagisce allo sparo, esploso dalle file fasciste, ordinando a sua volta il fuoco. I fascisti continuano a sparare, uccidendo un soldato e ferendo un carabiniere. Cadono alcuni fascisti mentre il grosso si da alla fuga verso la stazione e poi nei campi verso il fiume. La popolazione di Sarzana, gli Arditi e gli Anarchici li insegue, uccidendone alcuni. Amaro sfogo dell'Ispettore Generale Trani (Franco Graziosi) nel vedere come la politica protegga i fascisti. Renato Ricci e i fascisti del primo attacco a Sarzana vengono liberati. (dal film NELLA CITTA' PERDUTA DI SARZANA regia LUIGI FACCINI 1980)   

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