06 settembre 2024

PENSIERI STUPENDI: Il sublime Sangiuliano

                                    
Dopo che le cose sono andate di male in peggio, il ciclo si ripeterà (Arthur Bloch-Corollario di Farnsdick, La legge di Murphy

Ricorderete sicuramente "Non sparate sul pianista", il cartello che da sempre, nei film western, era affisso accanto al suonatore di piano nel saloon, solitamente la prima vittima delle rumorose risse che, per un nonnulla, scoppiavano in quell'ambiente saturo di cialtroni dal grilletto facile.


Abbiamo già parlato di Sangiuliano ma la fenomenologia del personaggio è tale da non poter non esprimere nuovamente qualche commento sul poveretto che, comunque, come tutti i sapiens di sesso maschile si è fatto irretire da quella cosa che in gergo viene solitamente definita patata o, come ne parlava Albanese nell'irrefrenabile Cetto La Qualunque, "u pilu". Che Sangiuliano fosse una vittima designata era già chiaro dai suoi modi saccenti, ripetitivi, logorroici nel voler spiegare con parole artefatte, sebbene ben costruite, come la cultura fosse alla base di ogni rappresentazione dell'umana natura. Già attaccato pesantemente da quelli di Propaganda, il ministro mostrava paurosamente il fianco alle critiche, ai modi, alle trovate che quei zuzzerelloni di Bianchi deflagravano su di lui, comparendo a quegli happening " a tutto tondo" tra mostre e scavi di Pompei, rivelando inesorabilmente quella poca sicurezza di sè, sotto quelle spoglie goffamente espresse nelle riunioni ufficiali. La sua tragicommedia è poi continuata nelle sue esternazioni "culturali" che hanno tradito, purtroppo, quell'approssimazione conoscitiva caratteristica di molti che pur avendo studiato e colto traguardi scolastici non da poco, si sono guardati intorno con poca curiosità, senza qualche approssimativo interesse che potesse allargare la conoscenza a temi di varia natura.


Le castronate di Sangiuliano

 Come avevo già sottolineato nel mio contributo all'Approssimazione, la stessa definizione ne esprime i confini. Guai a buttarsi avanti quando le cose non sono conosciute. Le figuracce sono all'ordine del giorno e si innesca, solitamente, quel giro vizioso, di tentato recupero dove Sangiuliano è sprofondato ancora di più, nel tentativo di riemergere dai buchi neri evocati dalle sue precarie affabulazioni. Forte comunque dell'appoggio meloniano il nostro ha continuato a galleggiare pesantemente nel contesto ministeriale ma, come molti sanno, gli altarini non stanno nascosti per molto e dunque ecco arrivare alla luce la solita, banale, storia su ciò che muove realmente il mondo e che abbiamo già citato. Non vorremmo tediare i lettori con altri termini dialettali, magari napoletani, su quella cosa che viene rappresentata da sempre come l'origine del mondo e che, inevitabilmente, si accoppia al potere. Sangiuliano, un evidente vaso di terracotta fra altri come lui, possiede però, come tutti, un inconscio animale che lo ha guidato verso il godimento a completamento del binomio fondamentale comando/godo. Ma il personaggio non ha la statura e il carattere per mantenere in equilibrio una qualsiasi relazione segreta e le relazioni non si mantengono solo sulla sottile e pericolosa lama del sesso perchè dalla controparte, se il godimento è in atto, emergono inevitabilmente le istanze di potere, così da chiudere il cerchio anche sul versante femminile. E quando Maria Rosaria Boccia compie la sua indiretta richiesta su Istagram  («Grazie al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la nomina a Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi») si preannuncia quella rissa nel saloon dove, inevitabilmente, il povero suonatore, verrà impallinato. 



A questo punto, squadernata la "tresca", non rimaneva che correre da mamma Meloni a chiedere aiuto e portare in prima serata al tg nazionale la propria tristezza ma anche il proprio amor proprio dileggiato al quale la controparte Boccia ha risposto nel medesimo modo. Non conoscendo la moglie di Sangiuliano non mi arrischio sulle conseguenze familiari, tuttavia rimane ancor più evidente quanto il livello di simili personaggi rasenti l'operetta. In un contesto politico normale, assente nel Paese da molti anni, le dimissioni sarebbero d'obbligo, non per la modalità dell'inciucio sessuale  (la solita causa scatenante) quanto per l'incapacità di gestire se stessi, per l'evidente dimostrazione di mancanza di responsabilità, di dimostrata ignoranza e in ultimo nel servirsi della propria posizione per fare i cosidetti beati porci comodi personali e d'ufficio. Il comportamento della Meloni nel non accettare le dimissioni testimonia come il governo italiano sia sempre di più governato da una famiglia di parenti e conoscenti trincerato nel difendere i propri privilegi senza badare minimamente alle conseguenze. Sangiuliano è solo l'ennesimo personaggio in cerca d'autore, come la sorella nel partito, lo sparatore alle feste, il padrone dei treni e delle loro fermate o quello che ride sempre quando parla. Aspettando, invece di Godot, i prossimi parenti.

Giorgio Giannoni

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