La volontà di voler riprendere in mano questa conferenza/dibattito, annullata a causa del maltempo il 27 gennaio scorso, Giornata della Memoria, ha trovato, nella sua evidente e sempre provocatoria intitolatura, una sua ulteriore necessità di riproposizione dopo l'evidente confusione (casuale o voluta) che si è venuta a creare a Sarzana per il Giorno del Ricordo.
Dunque, la risposta che vorremmo fosse data a questa retorica domanda non può che essere affermativa ma, dopo venticinque anni e con gli intorbidamenti, i negazionismi, le deviazioni e le dimenticanze, occorre mantenere vivo il ricordo del terribile genocidio della Shoah e chiedersi, puntualmente e continuamente, quanto questo sforzo sia valido, conveniente, necessario soprattutto in questi ultimi tempi dove il fantasma del nazismo e del fascismo riemergono prepotenti dalle nebbie del passato.
Vorremmo, nel frattempo, avvicinarci a lunedi 24 febbraio data dell'evento (ore 17,30 sala del Consiglio comunale di Sarzana-Palazzo Roderio) , proponendo una serie di post che ci raccontino il rapporto tra la Shoah e la storia del nostro paese.
La Shoah in Italia. Temi, problemi, storiografia
di Marta Baiardi da novecento.org
Il contributo ripercorre la genesi dell’antisemitismo fascista. L’auspicato «uomo nuovo» fascista doveva essere «francamente razzista», cioè consapevole della propria superiorità «razziale» e del proprio destino imperiale. Un bacino di credenze razziste e antisemite antiche, circoli estremisti della leadership fascista, l’esempio del Terzo Reich, supportano la svolta del regime. Preceduto dalla legislazione segregazionista coloniale dell’aprile del 1937, il 1938 viene inaugurato dal «censimento della razza», a cui segue in tempi rapidissimi la promulgazione di un corpus di leggi antiebraiche, basate sul razzismo di tipo biologico, che sanciscono una condizione di duro apartheid per gli italiani e l’espulsione per gli ebrei stranieri. Alla fase di «persecuzione dei diritti» (1938-1943), segue quella di «persecuzione delle vite» (8 settembre 1943-liberazione), quando nel territorio occupato dai tedeschi e soggetto al governo collaborazionista della Repubblica sociale italiana gli ebrei vengono cacciati come prede e inviati allo sterminio. Alle prime razzie autunnali del 1943, coordinate direttamente dalle forze di occupazione, presto si intreccia la politica antiebraica autonoma della Rsi. È il segmento italiano della Shoah europea, che oggi la storiografia ci consente di leggere nella sua specificità, grazie a un consolidato filone di studi.
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