12 novembre 2025

GLI EVENTI DI INSARZANA: Presentazione del libro GUERRE, DEPORTAZIONI, DITTATURE, EROI di Guido Lorenzetti. Conosciamo il testo


Nel ricordare a tutta la cittadinanza l'incontro con Guido Lorenzetti che si terra LUNEDI' 17 NOVEMBRE  ALLE ORE 17,30 nella sala consigliare del Comune di Sarzana, vorremmo esplicitare quanche dato sul suo libro Guerre, deportazioni, dittature, eroi (edito da Mimesis, pp.196, €18) in attesa di ascoltare dalla viva voce dell'autore la genesi e l'importanza di questo scritto.



Lo facciamo con l'articolo a seguire ripreso dal Corriere della Sera del primo ottobre scorso




Memoria intima per un secolo di crimini ed eroi

di Antonio Carioti dal Corriere della Sera


Suo padre Andrea, partigiano socialista, morì di stenti poco dopo la liberazione dal Lager di Mauthausen. E anche per questo Guido Lorenzetti (nella foto in alto) sente molto la necessità di tenere viva la memoria sull'universo concentrazionario nazista.

Espressione tangibile del suo impegno è il volume Guerre, deportazioni, dittature, eroi (edito da Mimesis, pp.196, €18), nel quale ha raccolto una serie d'interventi riguardanti i crimini del Terzo Reich, ma non solo. Vi si parla, per esempio, della legislazione razziale in vigore negli Stati Uniti fino agli anni Sessanta del Novecento, dalla quale i giuristi tedeschi trassero ispirazione per le norme antisemite emanate su direttiva di Adolf Hitler. Oppure dello sterminio perpetrato dai militari della Germania imperiale nel 1904 ai danni delle popolazioni ribelli africane di quella che oggi è la Namibia. 

Troviamo però nel ibro anche personaggi positivi. Per esempio i sacerdoti rinchiusi dai nazisti del campo di concentramento di Dachau, tra i quali il domenicano italiano Giuseppe Girotti, proclamato beato. Oppure i danesi che si prodigarono per salvare gli ebrei. E poi un membro delle SS, Kurt Gerstein, che cercò di far conoscere al mondo durante la guerra gli orrori della Shoah ed è protagonista del film Amen girato dal regista Costa-Gavras nel 2002.

Lorenzetti ricorda anche le responsabilità delle industrie tedesche, che ricavarono ricchi profitti dal lavoro schiavistico dei detenuti nei Lager, e quelle degli Alleati, rimasti a lungo indifferenti rispetto alle denunce sul genocidio di testimoni diretti.

Poi c'è il capitolo particolarmente delicato sulle repressioni di massa, con innumerevoli vittime, condotte dalle forze armate italiane nella Jugoslavia occupata dalle potenze dell'Asse. A tal proposito l'autore ricorda anche la sorte crudele di suo nonno materno, ucciso dai partigiani comunisti di Tito, benché antifascista, in quanto sostenitore dell'autonomia di Fiume.



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