24 febbraio 2023

SCUOLA: Nel mondo alla rovescia di Valditara, dove una preside non può essere “troppo antifascista”

 



Se a qualcuno è capitato di leggere i testi di Isaac Asimov, dovrebbe aver incontrato la famosa frase "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci". Massima di forte valenza che si adatta particolarmente bene alla banda di "studenti" di destra, appartenenti ad Azione Studentesca, che a Firenze, qualche giorno fa, l'hanno fatta propria con particolare intraprendenza.


Ci sono varie angolazioni di cui tenere conto in questa pessima vicenda ma la prima, la violenza, definisce senza se e senza ma il modo, la maniera con la quale questi istruiti gentiluomini praticano il loro associazionismo, la loro politica, il rapporto con la società. Si tratta, in primis, allora di cominciare a chiarirsi quale sia il cammino di tale associazione , che si riconosce nelle posizioni politiche della destra sociale e che vide Giorgia Meloni suo presidente dal 1996 al 2000. Ecco, dunque, spiegata l'ignavia del Presidente del Consiglio che preferisce tacere di fronte a queste manifestazioni squadriste e neo-fasciste, occupata come è a ripulirsi dalle antiche, deprecabili nomee di un tempo giovanile. E quando la scuola e la società civile sono insorte contro tanta violenza espimendo in un civile documento una forte protesta contro i fatti, l'unica soluzione, allora, era mandare avanti un avatar, un ministro, che potesse, in una certa maniera, assumersi la responsabilità di condannare tali comportamenti, indegni di una società che da tempo avrebbe dovuto mettere al bando ogni estremismo e ogni revanchismo. Ma, come si sa, con  l'inconscio, già nero di per sè, quando anche nera è la coscienza, non si pùo fare altro che sproloquiare a vanvera, come dimostra l'articolo a seguire su questo ministro della Repubblica che, evidentemente, nel minacciare, nel pontificare e soprattutto nel non prendere posizione sulla violenza in se, esprime, non certo velatamente, tutta la sua storia e tradizione delle quali è imbevuto ( Lo ha spiegato bene il presidente emerito della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, in un’intervista di questa mattina: «Un ministro della Repubblica che, in quanto ministro, ha giurato fedeltà alla Costituzione repubblicana, non può fingere che certe cose non siano avvenute e che abbiano un tono di violenza politicamente motivata. E non può prendersela con una preside che, in termini non violenti, ricorda di doversi ispirare ai valori di dialogo, confronto e fedeltà alla Repubblica»..).
Non è tanto Mussolini o la sua tragica storia che sia da temere quanto non avere mai affrontato di petto, al momento, i rimasugli dei manipoli e delle squadracce, nel discutere da italiani repubblicani, finalmente, quella nera eredità  che andava stigmatizzata, compresa ed eradicata dal pensiero di tutti. La permanenza neofascista che si dirama, come un cancro, a ridosso dei percorsi democratici è figlia di questa mancanza più che mai e ancora oggi dobbiamo fare i conti con essa nelle nuove generazioni edulcorate e traviate da insegnamenti torbidi e disillusi. Continuiamo, allora, a indicare quanto accade al pubblico ludibrio e, pur nella oramai atavica assenza di una sinistra democratica degna di questo nome, tentiamo sempre e comunque di tenere alti gli insegnamenti della Carta costituzionale, vero ed unico argine alle derive antidemocratiche del nostro povero Paese.

Giorgio Giannoni


Nel mondo alla rovescia di Valditara, dove una preside non può essere “troppo antifascista”

di Giuseppe Luca Scaffidi da Rolling Stones

Dal grottesco "elogio dell'umiliazione" alla minaccia di misure disciplinari contro una dirigente scolastica rea di avere preso posizione contro un'aggressione intollerabile: il ministro dell'Istruzione ha colpito ancora (sbagliando tutto, ovviamente)...

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