25 aprile 2022

PENSIERI STUPENDI: BUON 25 APRILE A TUTTI (con qualche distinguo e qualche precisazione) di Giorgio Giannoni

Il comandante partigiano Luigi Fiori (Nato a Sarzana (SP) l'8 giugno 1920, morto a Brugnato (SP) il 30 maggio 2015),nome di battaglia: Frà Diavolo
  


Credo che qualcosa si debba dire per questo triste connubbio che si venuto a creare tra la tragedia ucraina di questi giorni (e dunque una storia di Resistenza) e il 25 aprile che, per noi italiani, rappresenta il festeggiamento fondante della Repubblica, di una Repubblica fondata, appunto, sulla Resistenza degli italiani alla dittatura fascista e nazista. 

Ma è abbastanza paradossale, oggi, sentire disquisizioni sulla diversità delle due "resistenze"come se fossimo seduti placidamente in qualche aula a disquisire di storia patria quando, per la prima volta, molti di noi, più giovani, che da sempre festeggiano il 25 aprile( perchè i padri o i nonni ce lo avevano insegnato) osservano con occhi spaventati, in quella  presa diretta che oggi va tanto di moda, quello che una guerra è capace di fare, come possa distruggere, come possa uccidere. Credo che oggi occorrano poche parole e poche valutazioni per unire sotto un unico segno di consonanza quanto sta accadendo in Ucraina.

E poi ci sono coloro che hanno voluto anticipare la Marcia di Assisi per la Pace per protestare contro la guerra, questa guerra, con lo slogan:" Fermatevi, la guerra è una follia".  Siamo dunque in un momento di confusione, a un bivio, ad una biforcazione, anche lacerante, delle coscienze ma occorre saper decidere, in alcuni casi, senza tentennare, come fecero per esempio partigiani come Luigi Fiori, nostro concittadino (ufficiale italiano, che l'8 settembre 1943 gettò la divisa al vento per andare sui monti) che mi ha raccontato tante volte e ha raccontato a molti ragazzi nelle scuole, come loro, i Partigiani della prima ora, rischiassero grosso quando andavano ad attendere le armi, necessarie e indispensabili, che gli inglesi gli lanciavano dagli aerei sulle montagne dell'appennino di Parma.

 

Prima parte del filmato su Luigi Fiori "Eroi Nessuno", racconto partigiano di Luigi Fiori, Comandante Fra Diavolo


 Senza quelle armi non avrebbero potuto fare nulla e le cose, magari, sarebbero potute andare  diversamente come Pancho Pardi ci sottolinea in questo articolo. Un articolo da leggere, che fa riflettere sotto molti aspetti, senza voler attaccare nessuno, tanto meno l'Anpi che rimane un presidio ineludibile di dirittura morale e di esempio per le nostre vite quando rimane capace di valutare gli avvenimenti con quel metro di tanti Resistenti che hanno rappresentato un riferimento costante per le generazioni successive, aldilà delle ideologie e delle contingenze. 

Ma qualcosa occorre anche dire verso il rifiuto della guerra, necessità costante di ognuno di noi nel non voler praticare mai l'uccisione del proprio simile. Ma che non sempre può essere applicato, soprattutto se esiste un prevaricatore, un violento, un qualcuno mosso da folli, antiche visioni, schiavo del proprio peggior inconscio. Vorremmo tutti che il nostro inconscio fosse sopito, controllato, legato e impossibilitato a adescare la nostra coscienza eppure, in ogni risvolto della nostra quotidianità saremo pronti a scatenarlo, ad usarlo come purtroppo accade in tante situazioni. E' difficile allora essere imparziali, come un pacifista aspira ad essere, con la convinzione che esistano due parti equidistanti in lotta e che il grido "fermatevi !" sia l'esclamazione giusta. E' in questa errata valutazione che si perde la forza della pace. Non c'è mai equidistanza tra l'assalito e l'assalitore, non c'è spazio per porsi, con la parola pace, da arbitri imparziali tra due parti in lotta. La necessità di scegliere la parte giusta diventa allora preponderante, ineludibile per fermare chi agisce in maniera contraria ai diritti umani, al diritto di una esistenza piena e senza orrori, all'esistenza di un proprio luogo di vita e poter praticare un futuro di ricostruzione, di rinascita come i nostri Partigiani furono capaci a fare, non senza paura o remore morali ed etiche. Lo stesso Mahatma Gandhi comprese così tanto questo obbligo, da scegliere per se e per i suoi discepoli non l'equidistanza, la discussione, ma combattere senza armi accettando la lotta, con quella scelta terribile e iconoclasta di voler vincere da vittima sacrificale. 

Ancora Paolo Flores D'Arcais in questo articolo di ieri evita ogni giro di parole e si rivolge a coloro che parlano di pace con parole veementi. Leggerle non farà male, potendo parlare oggi, in questa Repubblica nata dalla Resistenza, anche di punti di vista non condivisi e dire ad altri cittadini che stanno sbagliando. Se lo possiamo fare è perchè dobbiamo ringraziare la nostra Costituzione dove è scritto a chiare lettere che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli" ma che proprio da una lotta di sangue e di principi giusti la Carta è scaturita fuori a sostenerci e a ricordarci che la libertà, purtroppo, non è mai sicura ed occorre mantenerla.

Buon 25 aprile a tutti

Giorgio Giannoni

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