23 novembre 2022

ANNIVERSARI CENTENARI: KURT VONNEGUT, lo scrittore pacifista

  

Nella numerosa serie di Anniversari centenari di quest'anno (ne mancano ancora almeno tre) che abbiamo tentato di evidenziare  (lo scrittore, poeta e regista Pier Paolo Pasolini, lo scrittore premio Nobel Josè Saramago, il regista Francesco Rosi, il "Mattatore" Vittorio Gassman) non potevamo dimenticare Kurt Vonnegut...

Lo scrittore americano, nato l'11 novembre del 1922 a Indianapolis, considerato da molti un autore di fantascienza (e per questo, per molto tempo, dimenticato), capace, però, di scrivere romanzi di una grandezza assoluta che trovano proprio nel connubbio tra elementi fantascientifici ed un realismo grottesco e ironico la loro dimensione più letteraria e innovativa. Qui potete trovare una breve esposizione dei suoi libri, dei quali, io credo, ma anche la critica sottolinea, Mattatoio n°5 o La Crociata dei Bambini (Slaughterhouse Five or the Children Crusade  1969) sia il vero capolavoro. 




In questo testo Kurt Vonnegut rielabora la terribile esperienza vissuta da prigioniero a Dresda, quando i bombardamenti distrussero la città. Fu candidato ai due più prestigiosi premi fantascientifici il Premio Hugo e il Premio Nebula ma oggi viene considerato uno dei testi fondanti del pacifismo moderno ed è il resoconto di un momento di vita tragico in cui l’autore rappresenta la guerra come uno scontro voluto da pochi adulti e messo in pratica da “bambini” innocenti. 




Nel 1972George Roy Hill ne ha fatto un film di cui consiglio la visione, sebbene non del tutto riuscito per la difficoltà di tradurre in immagini la densità letteraria di un libro dove realtà e fantascienza, ironia e sarcasmo, temi etici e pacifisti, dolore e distruzione si mescolano in maniera continua e controversa. 


A seguire un bel articolo da Critica Letteraria che pone in evidenza la valenza del testo e la grandezza di Vonnegut, alternando considerazioni a brani del libro. Infine, a concludere, la lettura di un frammento del testo.


“Così va la vita”. Nel mattatoio con Billy Pilgrim

di Carolina Pernigo da Critica Letteraria



Non si può leggere a cuor leggero Mattatoio n. 5, nonostante il tono fluido, discorsivo, con cui il narratore ci accompagna attraverso la storia possa indurci in inganno. Perché la questione è della massima serietà, e non riguarda tanto Billy Pilgrim e i suoi viaggi nel tempo, non riguarda il suo rapimento da parte degli alieni del pianeta Tralfamadore e la verità che essi hanno da rivelarci sul tempo e sull’esistenza, sulla fluidità e la reversibilità della vita e della morte. Ha a che vedere piuttosto con la tragedia grottesca e incomprensibile che è stata la Seconda guerra mondiale, con il fatto che Dresda ha potuto essere rasa al suolo con tutti i suoi civili, che un uomo di nome Edgar Derby, professore di liceo quarantaquattrenne di Indianapolis (o un altro come lui), sopravvissuto alla barbarie del fronte, alla prigionia e ai bombardamenti, ha potuto essere fucilato per aver raccolto una teiera dalle macerie della città devastata.
È pertanto ardua l’impresa del narratore, che ci fornisce subito una chiave interpretativa per i contenuti della vicenda, che sono quasi reali: 


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