15 novembre 2022

CINEMA & CULTURA: 100 anni dalla nascita di Francesco Rosi

 


Credo sia doveroso, oggi, ricordare la figura di un grande regista come Francesco Rosi. Un autore scomodo, capace di portare sullo schermo tutta una serie di film di denuncia che hanno scosso le coscienze e insegnato molto della storia d'Italia e dei suoi tanti problemi sociali e politici.


Dal conosciutissimo Salvatore Giuliano del 1962, opera insigne in forma di inchiesta sui fatti che hanno condotto alla morte del bandito siciliano Salvatore Giuliano, rinvenuto a Castelvetrano la mattina del 5 luglio 1950, passando per Uomini contro del 1970, possente opera contro ogni militarismo e la guerra, fino all'ultimo del 1997 La Tregua, tratto dal libro omonimo di Primo Levi, la coerenza e la serietà di Rosi, il suo impegno civile hanno rappresentato un riferimento costante per le nostre generazioni.  A me piace ricordarlo, in particolare, con un uno dei film più belli del cinema italiano dove l'interpretazione del grande Gian Maria Volontè, suo attore preferito, tocca vertici inusitati: Cristo si è fermato a Eboli del 1979, tratto dal profondo romanzo di Carlo Levi. 


                        La scena dell'esattore

Filmografia

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