Sembra che nessuno si accorga della contraddizione insita nella natalità "obbligatoria" che permea i pensieri di questa pessima destra (ma non solo).
Voler costringere le famiglie e dunque le donne ad avere più figli quando i nuovi comandanti (ma anche gli altri non sono stati da meno) dirigono una società dove il consumismo, il godimento e l'edonismo più sfrontato sono la regola, dove la mancanza di lavoro ( con la sua ignobile minore remunerazione per le donne, quando esiste), l'assenza di strutture idonee a tenere i bambini, la mancanza di regole certe perchè i carichi di famiglia vengano equamente divisi, non vengono corretti. Nessuno pare accorgersi che questa società non è più in grado di recuperare un armonico tono di quotidianità e una equilibrata manifestazione psichica e biologica. Troppo occupati a correre per guadagnare di più o per arrivare con fatica alla fine del mese, da tempo i figli non sono più nell'interesse del cittadino dello sbilenco occidente, tant'è che le nascite sono in caduta libera, comprese quelle dei nuovi immigrati, troppo occupati a sopravvivere, a mandare a casa frazioni dei propri stipendi o cominciare a mutuare le abitudini più balzane e sprecone del mondo in "evoluzione". Ci si lamenta poi che le pensioni non possono più essere mantenute per la mancanza dei giovani in grado, con il lavoro, (quello vero, non quello fittizio oppure malpagato o sfruttato) di permetterle ai padri. E dunque il circolo vizioso viene arricchito, dopo le madri fornitrici biologiche di manodopera, alle nuove generazioni che devono adeguarsi a StaKanov, lavorare sempre di più (se il lavoro esiste), non farsi distrarre troppo da tutte le sirene tecnologiche fornite alla bisogna ( che hanno lo scopo di instupidirli e metterli al giogo al più presto) e aspettarsi, a loro volta, di andare in pensione (da fame) quando saranno ultrasettantenni. Basta leggere qualsiasi previsione demografica per comprendere come queste dinamiche di popolazione (troppo grosse,complesse e insidiose per modificarle con approcci da parrocchia), evidenziano già oggi un calo nettissimo di italiane e italiani che non possono essere corrette da antidemocratiche pratiche politiche contro la legge sull'aborto o mandando i pasdaran della procreazione nei consultori, nè tantomeno dalle raccomandazioni delle gerarchie ecclesiastiche, da sempre occupate a tentare di accrescere il numero dei fedeli, loro che di famiglie e figli, almeno in teoria, non dovrebbero occuparsi. Ed allora è evidente che le giovani donne e i giovani uomini cominciano ad andare in ebollizione, come dimostrano gli ultimi accadimenti contro gli "Stati generali della natalità" di ieri, carosello mediatico atto a dimostrare la necessità non solo di fare figli a gò gò quanto di rimettere in discussione la dignità e la distinzione della figura femminile, auspicando, di fatto, una sua ricollocazione in un ambito di ubbidienza e di sottomissione. Protestare, dunque, per affermare quella libertà e quella consapevolezza necessaria per dare un senso alla propria presenza nella società. Ma se la destra, ovviamente, non ha permesso, con la solita forza bruta, questa espressione di dolore, di protesta giovanile, tragico è osservare come persone più mature, evidentemente oramai assuefatte a questa società, anche dalla parte più progressista hanno taciuto, lasciando le giovani donne e i giovani uomini, studenti liceali pesti e sanguinanti, a rimuginare sulla reale consistenza di una critica radicale espletata a mani nude ma soprattutto sulla lontanza, sul distacco, sulla loro separazione da costoro che, a conti fatti, i giovani dovrebbero andare a votare in tutte le prossime elezioni, europee e italiane. Poi ci chiediamo perchè le persone, specialmente dalla nostra parte, non vanno più a votare.G.G.
Quando l'opposizione non s'indigna
Editoriale dal Manifesto dell'11 maggio 2024
Un silenzio assordante delle opposizioni accompagna l’ennesima ingiustificabile repressione contro un gruppo di studenti delle superiori che manifestavano contro gli “Stati generali della natalità”. Eppure anche ieri a Roma, come a Pisa a febbraio, le immagini della violenza delle forze dell’ordine ai danni di un centinaio di giovanissimi disarmati sono terribili. In una di queste si vede una ragazzina con il sangue che esce da una ferita sulla testa, la maglietta bianca completamente coperta di rosso e una barella dell’ambulanza che le si avvicina...
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