01 febbraio 2022

ANTICA SARZANA: Piazza Garibaldi (prima della Seconda Guerra mondiale)

          PIAZZA GARIBALDI NELL'OTTOCENTO
                                    
Piazza Garibaldi nell'ottocento: c'è ancora il pozzo, non sono ancora stati piantati gli alberi. Diverso è l'aspetto del piano terra del grande palazzo, che fu antica sede dell'ospedale, poi degli uffici giudiziari: diverso anche l'aspetto della facciata dell'antico edifico nel quale gli otto accademici "Impavidi" costruirono il loro ble teatro su disegno dell'architetto lucchese Pietro Bargigli.


PRIMA DEL MONUMENTO A GARIBALDI (posato nel 1914)

1901


1908



                                              IL GENIO DELLA STIRPE


Eretto nella piazza omonima, per tutti è il monumento a Giuseppe Garibaldi ma non tutti sanno che è uno dei monumenti in marmo più grandi al mondo e che è intitolato "Il genio della stirpe". E' opera di Carlo Fontana uno dei maestri della nostra scultura.

Carlo Fontana

 La statua è stata ricavata da un enorme blocco di marmo delle cave di Carrara. Rappresenta un giovane gigante che poggia il braccio destro su un grande scudo sul quale è scolpito il profilo di Giuseppe Garibaldi. Simboleggia il popolo italiano che guarda all'avvenire protetto da uno dei più grandi e popolari eroi del Risorgimento. La base è costituita da un monolito tratto dalle cave di Gioa. L'opera è stata concepita nel 1907, realizzata negli anni seguenti e inaugurata nel maggio del 1914. Fu organizzato un memorabile trasporto, utilizzando numerose coppie di buoi, da Carrara a Sarzana.



 Fu anche approntata un'apparecchiatura ad hoc per sollevare il monolito sopra il basamento.











1943




IL TEATRO DEGLI IMPAVIDI

L'Impavidi è l'esempio più antico di teatro sorto come edificio autonomo con una connotazione chiara e definita, quella di "tempio laico" di una borghesia che nella Sarzana di inizio '800 voleva affermare il suo ruolo emergente. Fu così che la chiesa e il convento dei frati Domenicani, ormai abbandonati da qualche anno, furono ritenuti idonei a soddisfare le necessità di una città che già dal 700 era rinomata per la sua intensa vita teatrale.

L'idea di costruire il teatro nacque dal sodalizio di 14 imprenditori che si ridussero ad otto in quanto gli altri sei erano... sinceramente convinti che mal s'adibisse a pubblico divertimento un locale già riservato a religiose funzioni,...

Le opere iniziarono il 31 maggio del 1807 e si conclusero nel luglio del 1809. Buona parte delle strutture preesistenti venne demolita, ma alcune tracce sono rimaste; una lunetta affrescata nei camerini ci rivela il chiostro che ritroviamo ancora intatto in un immobile confinante e forse anche il pozzo posto sotto il palco potrebbe essere stato ad uso del conventi, anche se, per l'epoca, non era una novità realizzarne uno sotto il palcoscenico per migliorare l'acustica della sala.

Il progetto venne affidato all'architetto Paolo Bargigli, professore dell'Accademia di Carrara, al quale si affiancò ben presto il socio Bernardo Valenti, al quale si possono ascrivere le numerose modifiche apportate al tanto discusso progetto iniziale. Il Valenti realizzò un teatro dove si innestavano, con sapienti equilibri, elementi settecenteschi e neoclassici.

Il teatro si apre su piazza Garibaldi con un prospetto da due ordini di finestre dove alcune del primo piano sono timpanate; la facciata è arricchita da un elaborato cornicione, da alcune lesene e dalla presenza di vari oggetti di ferro battuto (lampade, supporti delle grondaie, frangiacque,...) che testimoniano questa antica tradizione sarzanese.

La platea è contornata da tre ordini di palchi e dal loggione che potevano offrire circa 800 posti. Decorazioni, stucchi e medaglioni impreziosiscono l'interno del teatro; il boccascena quadrato presenta in sommità un arcoscenico rettilineo sostenuto da lesene corinzie pronunciate; il sipario anteriore, opera ormai smarrita del Maret, raffigurava Omero in atto di accompagnare con la lira i versi dei suoi poemi; il secondo sipario e il soffitto furono decorati dal pittore genovese G.Battista Celle; le tramezze che separano i palchetti sono adornate con cariatidi in rilievo.

Il soffitto crollò nel 1815 e solo dopo un anno di lavori il teatro riebbe la sua volta nuovamente affrescata; un'ulteriore danno avvenne durante la seconda guerra mondiale quando una bomba perforò la volta e danneggiò irreparabilmente una parte degli affreschi; da un esame delle pitture della volta risulta evidente la mancanza di amorini suonatori e di altri elementi decorativi. Il tetto soprastante è sorretto da capriate in legno che coprono una luce di oltre 15 metri con un'imponente e suggestiva orditura lignea di travi e travicelli.

Recenti interventi di adeguamento alle normative di sicurezza hanno consentito la riapertura del teatro, perpetuando così la tradizione che da quasi due secoli vede "L'Impavidi" testimone della vita e delle emozioni della Città di Sarzana.


Oggi, una lapide posta sul lato sinistro dell'ingresso secondario ricorda l'anno di ultimazione del teatro (1809), gli otto fondatori

  • Luigi Berbucci e fratelli
  • Giuseppe De Benedetti e fratelli
  • Agostino Magni Griffi e fratelli
  • Azzolino Malaspina
  • Giuseppe Picedi
  • Gio Batta Picedi Benettini e fratelli
  • Cesare Remedi
  • Gio Batta Valenti

ed il motto che li animava: "Fingendis moribus relaxandis animis virtutibus aemulandis aere collato extruebant IMPAVIDI" (da Wikispedia)


 

IL BAR ITALIA

Il Bar "Italia" di Piazza Garibaldi, quando era di proprietà del signor Bottiglioni, che vediamo al centro sulla soglia del locale: il caffè di Piazza Garibaldi era molto frequentato da viaggiatori, persone che frequentavano il palazzo del Tribunale e dal pubblico che si recava agli spettacoli del Teatro degli Impavidi.



Alcune foto e testo sono tratti da Album della Spezia La Nazione 1974-1975

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