01 maggio 2024

Un bel momento istituzionale di Giorgio Giannoni

 

La notizia di quanto accaduto ieri nel consiglio comunale di Sarzana lascia allibiti. L'anniversario dell' uccisione del giovane fascista Ramelli, avvenuta quasi cinquant'anni fa, si è risolto con una comune celebrazione della figura di questo disgraziato diciannovenne senza alcun distinguo, alcuna precisazione (se non in ritardo), con parole di un qualunquismo terribile e inopportuno da parte delle forze di opposizione.

Qualche precisazione è dunque necessaria sul modo di intendere e di praticare la politica. E non si tratta certamente di non riconoscere il deleterio spreco di vite che, negli anni settanta dello scorso secolo, veniva praticato da entrambe le parti, fossero esse comuniste o neofasciste, quanto l'uso ideologico che se ne vuole fare oggi, nel momento nel quale la parte politica governante, diretta erede di quella destra, celebra i suoi miti e i suoi “eroi”. Ma, cosa ancor più grave, abbiamo potuto prendere atto come i protagonisti odierni della destra estrema di questa consigliatura abbiano brillato per la loro assenza alle celebrazioni del 25 aprile, di fatto rifiutandosi di riconoscere ancora una volta le origini antifasciste e resistenti dello Stato italiano, nel quale oggi ricoprono cariche di guida e di governo locale. Il termine antifascista, dunque, rimane non solo una parola impronunciabile ma viene costantemente negato, distorto o abilmente nascosto dietro facciate di comodo mentre all'occorrenza si ricorre a ricordi e celebrazioni del proprio credo politico. Trovo, allora, indicibile e ineffabile, la presa di posizione dell'opposizione sarzanese che, con parole di “alta etica”, pretenda di riconoscere le “ragioni” di una celebrazione che, grazie alla democrazia vigente, possa essere praticata da coloro che appartengano a quel colore politico. Ma associarsi ad essa, alla storia che vi sottende, alle persone che ne provengono, mi pare non solo eccessivo e deleterio ma testimonia un'offesa verso quella Sarzana antifascista che da sempre ha portato alti i valori di uguaglianza, di libertà e di solidarietà. Ancora una volta dobbiamo assistere al tentativo di unire le vittime di un confronto certamente violento, sanguinoso e carico di lutti inumani ad una visione sotto la stessa egida che uniformi, di fatto, la comunità italiana a prescindere da che cosa insegni la nostra storia. Sono il primo a sottolineare la follia della lotta armata comunista, l'extraparlamentarismo violento e assassino dei gruppi della sinistra come il neofascismo, le stragi e i gruppi di destra che tentarono di sovvertire lo Stato. Ma non posso dimenticare che in Italia i totalitarismi si sono presentati in una unica stagione, quella del ventennio, con la quale, vista la mancanza di una rilettura storica, abbiamo costantemente a che fare, mentre, democraticamente, il Comunismo Italiano con la Democrazia Cristiana prima e con la visione berlingueriana poi, qui in Italia, ha posto le basi per un Paese libero e solidale. L'opposizione, in un qualsiasi consiglio comunale si dovrebbe fare con maggiore spirito critico e una ragionevole radicalità non certamente mostrando acquiescenza e sottomissione. Nel consiglio comunale della Spezia le cose sono andate diversamente.
Giorgio Giannoni

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