20 luglio 2022

EVENTI "THE ROAD GOES ON FOREVER", sabato 23 LUGLIO 2022: Antonio Boschi, un grafico prestato al blues

 


La serata del 23 luglio prossimo alla Factory di Giuliano Tomaino (QUI i particolari), si preannuncia sempre più interessante. Tra gli esperti che saranno nostri ospiti abbiamo già parlato di Luciano Federighi nella della sua duplice veste di critico musicale e musicista, di Mauro Zambellini e dei "suoi" Allman Brothers e dunque oggi occorrerà dire due parole sul terzo ospite, Antonio Boschi (finalmente negativizzato dalla solita "bestia" e dunque presente e operativo per sabato). 


Antonio Boschi nasce nel 1964, parmigiano, grafico per passione, ha fondato l’associazione Roots-way, ideatrice dell’omonimo Festival premiato nel 2009 dalla Blues Foundation come migliore a livello europeo. È uno dei responsabili dell’European Blues Union e da circa dieci anni collabora con la rivista «Il Blues». Assieme a Lorenz Zadro e Davide Grandi ha fondato la società A-Z Blues. Dunque un vero esperto di blues e di musica americana. Tuttavia Antonio, come potete leggere QUI, non si è accontentato della musica ma ha voluto interessarsi di molto altro, unendo alla passione e allo studio dei suoni anche la grafica (sua prima passione) e la fotografia. Un eccletismo di fondo che caratterizza un personaggio sempre pronto a mettersi in gioco, come dimostrano le sue attività e le sue produzioni delle quali il volume che presenterà sabato:"Blues pills e altre storie"rappresenta l'ultima fatica. Lui stesso si è comunque chiesto perchè a 55 anni, dopo una carriera a gran livello artistico/musicale abbia voluto, ancora un volta, intessere di parole le suadenti note blu. La risposta ci sembra particolarmente interessante proprio per definire questo grande esperto musicale italiano:

" Cosa dire, leggere Antonio Boschi sopra la copertina di un libro è un qualcosa che – nonostante tutto – mi ha emozionato perché, siamo sinceri, un po’ di sano narcisismo male non fa. Anzi, aiuta ad andare avanti verso quella che ormai è diventata una missione, ovvero fare in modo che la cultura – un certo tipo di cultura, quella che amo e che cerco sempre più di approfondire – possa arrivare a “contaminare” altre persone.


Un ruolo che mi son dato senza grandi aspettative, con tutta la consapevolezza dei miei limiti ma, perché no, anche dei pregi che mi son stati concessi dalla vita e da una scelta di poter operare in un settore dove la passione ha il sopravvento sulla fatica, sulle delusioni e sugli insuccessi che, immancabilmente, arrivano.
Ma non esiste il bello se in contrapposizione non ci fosse il brutto, così come il paradiso ha un bisogno insostituibile dell’inferno.

Mi son chiesto se scrivere un libro a 55 anni abbia senso, quando è arrivata la proposta da Lorenz Zadro e dalla casa editrice Arcana. Perché no, anzi, perché non farlo proprio in questi anni quando la maturità dovrebbe essere arrivata alla sua massima vetta prima di un, speriamo, lento, lentissimo, ma inesorabile declino? Una fase della vita, questa, con una gran voglia di agire, di esaudire e liberare sogni ancora chiusi nel famoso cassetto, e beato chi ce l’ha il cassetto. Sogni che possono sembrare velleitari, come voler scrivere un romanzo (o finire quello iniziato), ma che non hanno obblighi né di pubblicazione e, tantomeno, di successo. Cose che si fanno anche solo per sé stessi, per stare bene. E, allora, mi piace circondarmi della musica che amo, ascoltarla, annusarla, toccarla, leggerla e – magari – farla conoscere a chi non ha avuto la fortuna di avere persone accanto che hanno saputo accendere l’interesse, come fecero mio fratello Paolo e la mia famiglia tanto tempo fa. Ecco perché ho accettato la sfida di questo “Blues Pills e altre storie” dove mie sono proprio le altre storie che vanno a complementare il lavoro di Lorenz su una sorta di A, B, C del mondo del blues e di come avvicinarsi senza restare atterriti dal troppo sapere. Il blues è una musica – anzi un concetto, uno stile di vita – semplice, che non va studiato, ma va cercato dentro la propria anima. È un qualcosa di difficile da spiegare, ma quando lo senti lo capisci subito perché ti da di quelle sventole e di quelle botte di felicità che sfido chiunque a non riconoscerle. Ma non è un libro che ti può far capire queste cose, è la vita. Il libro serve a riconoscerle meglio o a intraprendere un percorso magari nuovo, che vada nella direzione giusta, evitando alcuni banali errori. Per questo lo abbiamo fatto così, Lorenz ed io e chissà che – magari – un giorno un giovane ragazzo o una ragazza abbiano voglia di ringraziarci per aver aperto loro una porta che per noi è un portone.

Adesso che “Blues Pills e altre storie “ è una realtà e che lo si inizia a vedere nelle librerie e online aumenta la voglia di continuare a scrivere – e se già lo faccio grazie alla grande opportunità che Marino Grandi e tutta la famiglia de Il Blues mi hanno concesso già oltre 10 anni or sono, e il mio lavoro con A-Z Blues o questo mio blog prendono gran parte del mio tempo – chissà che da quel famoso cassetto non esca, prima o poi, anche un racconto che da tempo cresce e lavora dentro di me.
Chissà.

Oltre all’amico Lorenz e ad Arcana ringrazio Alexandra Balint per le bellissime immagini realizzate con una particolarissima tecnica di incisione su plexiglass, Davide Grandi, nostro socio in A-Z Blues, e tutti coloro che ci seguono.
Per gli interessati il libro lo si può trovare nelle librerie oppure online a questo indirizzo:
http://www.arcanaedizioni.com/prodotto/lorenz-zadro-antonio-boschi-blues-pills-storie/


Un ultima notazione riguarda il libro stesso del quale Antonio, nella serata di sabato, ci illustrerà i contenuti, tuttavia ci sembra interessante riportare questa interessante recensione proprio per entrare con curiosità in quella sorta di mondo arcano e suggestivo che è il blues:



Cos'è il blues: pillole di libertà, miti e rivolte del padre del rock’n’roll

dalla Redazione di CULTURE

Ne hanno parlato in tanti, l’hanno suonata in tantissimi, l’ascoltano tuttora in molti. C’è ancora qualcosa da dire sul fenomeno musicale probabilmente più fondamentale e dirompente dell’ultimo secolo e mezzo? Lo chiamano blues, ma non tutti sanno esattamente cosa sia ed è anche per questo che l’uscita di un libro come Blues Pills e altre storie (Arcana, pp. 125, euro 14,00) di Lorenz Zadro e Antonio Boschi può contribuire a sgombrare il campo da eventuali equivoci e, soprattutto, a fornirne al lettore una chiave di interpretazione autentica e appassionata.
Zadro e Boschi sono due musicisti e, in quanto tali, hanno certamente una marcia in più per entrare nel cuore pulsante di una musica nata come forma di affrancamento dalla condizione di inferiorità dei neri liberati dalla schiavitù negli stati americani del Sud e trasmigrata nelle grandi città industriali per poi conquistare il mondo. Oggi non c’è musicista nel pianeta, a parte forse quelli che non escono mai dai saloni stantii dei conservatori classici, a non essere stato condizionato più o meno consciamente e direttamente dal blues...



Per chiudere un salutone dal Reverendo Harpo quando volle fare gli auguri ad Antonio. Riciclati oggi, ma sempre validi per esorcizzare questi tempi grami. Ci vediamo sabato. Non mancate.


AUGURI ANTONIO ....Ho usato un'Harmonica MARINEBAND in c,un Mic APEX su un Fender 5 Watt valvolare-Champion 600. Carne e sangue di blues. So che non ami molto l'Harmonica,ma questo piccolo Gospel è un piccolo Mojo per te. AUGURI ANCORA. Rev. HARPO.

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